immagine da flickr.com |
Osservando una
semplice molletta potremmo coglierne le caratteristiche apparenti: il materiale
con cui è stata realizzata (legno o plastica per lo più), le parti da cui è
composta (una piccola molla e i due elementi laterali da essa vincolati) o il
meccanismo che le permette di svolgere il compito per cui è stata pensata,
progettata e prodotta (una forza applicata dall'utente all'estremità, un fulcro
centrale e una resistenza).
Oppure potremmo
relazionarci a lei cogliendone tutto il suo potenziale.
La molletta racconta
una storia lunga secoli, quella legata ad un'esigenza: far asciugare il nostro
bucato stendendolo, fissandolo ad un filo teso per impedire al vento di
portarlo via con sè. Racconta anche la storia di un oggetto, la molletta
appunto, costantemente sospeso, apparentemente in bilico, eppure vincolato ad
un filo, un equilibrista a tempo pieno, che a volte si lascia andare lanciandosi giù,
nel vuoto.
Ma la nostra fantasia, necessaria affinché il nostro rapporto con le cose non diventi abitudinario e legato alla singola funzione, può andare oltre e assegnarle molteplici significati. Significati simbolici, come quello dell’equilibrista che cammina su un filo, o affettivi, legati ai ricordi e alle tradizioni, o funzionali, portandola negli ambiti più disparati e facendole svolgere compiti lontani tra loro eppure a lei ugualmente congeniali. E’ così che la molletta da bucato, si slega da quest’ultimo e si proietta nel mondo dell’arte, dell’architettura, del design, diventando opera, metafora, rappresentazione, installazione, abito, accessorio, gioco, seduta, matita, coltello, lampada… La molletta non è solo in grado di bloccare un abito ad un filo, ma può, con le stesse caratteristiche, essere protagonista di nuove storie, ed assumere un valore inaspettato e molteplice.
Ma la nostra fantasia, necessaria affinché il nostro rapporto con le cose non diventi abitudinario e legato alla singola funzione, può andare oltre e assegnarle molteplici significati. Significati simbolici, come quello dell’equilibrista che cammina su un filo, o affettivi, legati ai ricordi e alle tradizioni, o funzionali, portandola negli ambiti più disparati e facendole svolgere compiti lontani tra loro eppure a lei ugualmente congeniali. E’ così che la molletta da bucato, si slega da quest’ultimo e si proietta nel mondo dell’arte, dell’architettura, del design, diventando opera, metafora, rappresentazione, installazione, abito, accessorio, gioco, seduta, matita, coltello, lampada… La molletta non è solo in grado di bloccare un abito ad un filo, ma può, con le stesse caratteristiche, essere protagonista di nuove storie, ed assumere un valore inaspettato e molteplice.